Per farvi gli auguri più originali di buone feste abbiamo scelto alcuni aspetti originali delle biografie di grandi personalità storiche.

BEETHOVEN

Il buon Ludovico Van è uno dei più grandi compositori di sempre. La sua musica è immortale e verrà ricordata e suonata ancora per molto tempo. Ma forse non tutti conoscono lo strano processo creativo che ha portato alla nascita delle sinfonie e delle altre opere.
Non era difficile trovare il Maestro concentrato su di uno spartito mentre si lavava. O meglio, girava per una stanza, anche nudo, pensando a una giusta armonia, alla nota da incastrare, al suono più corretto e corrispondente a quanto aveva in testa, quando improvvisamente prendeva una tinozza d’acqua e se la versava addosso, per poi rimanere zuppo fradicio e continuare a vergare note come se niente fosse.

 

BALZAC

Balzac è stato, in ordine: scrittore, drammaturgo, critico letterario, saggista, giornalista e stampatore. Una vita molto impegnata che richiedeva immenso sforzo mentale e dedizione. Soprattutto per scrivere un’opera come La Comédie Humaine, una delle più grandi costruzioni letterarie di tutta la storia dell’umanità.

Ma dove trovava le energie necessarie il Balzac? Lo scrittore era solito bere una cinquantina di caffè al giorno, una dose di caffeina che risulterebbe letale per la stragrande maggioranza degli esseri umani. Una volta, Balzac raccontò di essere rimasto in piedi per 48 ore di fila, concedendosi appena tre ore di sonno. Spesso, però, si chiedeva il perché dei suoi mal di testa, senza capacitarsene.

 

EINSTEIN

Einstein è l’emblema della genialità accostata all’eccentricità. Da bambino ha avuto problemi nel corso dello sviluppo e ha avuto serie difficoltà nell’imparare a parlare. Ma questo non è mai stato un problema per lui, in quanto pensava che queste difficoltà gli avessero concesso il tempo di dedicarsi alla contemplazione del mondo e di porsi domande importanti sull’universo che lo circondava. Crescendo, il numero di abitudini strane che lo contraddistinguevano aumentarono. Si faceva crescere i capelli lunghi perché non sopportava l’idea di dover andare dal barbiere, aveva una sorta di rifiuto, e non indossava i calzini perché li riteneva superflui. Ogni tanto mangiava cavallette vive. Forse per sperimentare.